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Eventi, ISO & Greenwashing

Lioia Rebecca

12 feb 2024

🌱Parliamo di eventi, sostenibilità e…normative!

Vuoi implementare e migliorare la sostenibilità del tuo sistema di gestione degli eventi?

Vuoi essere sicuro di essere conforme alla norma in materia di sostenibilità?

La norma internazionale ISO 20121 si occupa proprio di questo! Questa, è una regolamentazione che specifica i requisiti che un sistema deve possedere per essere giudicato sostenibile, per quanto riguarda qualsiasi tipo di evento o attività correlata, inoltre dà indicazioni su come conformarsi alla norma per essere considerati davvero sostenibili. 


Questa normativa viene creata per indirizzare il miglioramento della gestione prestando attenzione all’intero ciclo di gestione dell’evento, analizzandone dettagli e peculiarità.

La ISO 20121 è applicabile ad aziende che si occupano in vario modo della progettazione e fornitura di eventi e prescinde dalla dimensione dell’organizzazione, considerando le differenze geografiche, sociali e culturali. È quindi adatta ad ogni azienda del settore!


Ma attenzione! Questa normativa non è una lista di controllo o un metodo di valutazione delle prestazioni dal punto di vista della sostenibilità. Si occupa invece del miglioramento del pensiero e dei processi che si celano dietro ad un evento, con il fine di migliorare non solo la prestazione in quanto tale ma anche la flessibilità e la creatività dell’impresa in questione. Può essere inoltre utilizzata per provare la conformità alla norma stessa. È difatti, anch’essa flessibile, dando così la possibilità, anche a chi è al primo approccio con la sostenibilità aziendale, di introdursi in un sistema di miglioramento in tal senso. Per questo, la complessità del sistema e l’entità di risorse e documentazioni saranno proporzionate alle caratteristiche dell’organizzazione.

Per una corretta gestione sostenibile degli eventi, la norma ISO 20121 necessita l’ampio coinvolgimento dei soggetti interni all’azienda, ma anche degli individui esterni che sono rilevanti e di interesse per l’organizzazione, nonché i profili che hanno il potere di influenzare quest’ultima. Il ruolo della direzione sarà fondamentale per l’inclusione di questi individui nel processo di miglioramento,  che quindi coinvolgerà non solo i dipendenti dell’azienda, ma anche la catena di fornitura, i clienti o partecipanti all’evento.

Ma come funziona l’applicazione della ISO 20121?

Bisogna intanto specificare che rivendicare la conformità a tale norma non significa rivendicare la conformità dell’evento ma quella del sistema di gestione, ovvero il modo in cui l’evento viene pianificato ed erogato. Tuttavia la regolamentazione è applicabile anche nei casi in cui la volontà sia quella di rendere sostenibile specifici eventi, dedicandosi quindi unicamente al sistema di gestione di questi ultimi.


Sarà necessario analizzare l’organizzazione, le sue attività e processi, e quindi gli ambiti sostenibili inerenti. Per esempio si può considerare rilevante per un evento con musica all’aperto l’aspetto dell’inquinamento acustico.  Gli ambiti considerati avranno sia carattere interno che esterno andando, come detto, a coinvolgere un’ampia area comprendente l’azienda ed il suo ambiente circostante.

Le aziende sono definite come sistema di persone, sarà per questo fondamentale individuare rispetto ad un evento, gli individui rilevanti che influenzano o vengono influenzati dall’evento stesso. Questi soggetti devono essere informati dell’attuazione della normativa e di ciò che questa comporta, essendo altresì coinvolti nel processo di miglioramento anche attraverso la comprensione degli impatti economici, sociali ed ambientali riguardanti l’evento. Il ruolo di questi soggetti sarà fondamentale per l’ottenimento di risultati efficaci rispetto l’obiettivo. L’impegno con questi gruppi include varie forme di comunicazione come riunioni, contratti, comunicati stampa, mediazione, dialogo sociale, formazione, feedback. La leadership avrà qui un ruolo cruciale, motivando ed alimentando il contributo degli individui interni ed esterni e favorendo la comunicazione con i dipendenti, i partner e la stampa.


Una fase fondamentale è quella di determinazione degli obiettivi e definizione del campo di applicazione del sistema di gestione. Viene deciso quindi per quali serie di eventi, o parti di un evento si intende attuare la ISO 20121. In quest’ultimo caso vengono definite le specifiche aree di attività su cui poi sarà possibile rivendicare la conformità. Sarà quindi importante, determinare i valori aziendali rispetto allo sviluppo sostenibile dell’evento, facendo riferimento ai principi di sviluppo sostenibile della ISO 25000, che dovrebbero includere almeno gestione, inclusività, integrità e trasparenza.

Attraverso la dichiarazione di intenti e valori, l’organizzazione potrà allineare lo scopo, in precedenza individuato, alle attività di sviluppo sostenibile legate all’evento, favorendo così la trasparenza dell’organizzazione. Gli obiettivi dovranno essere specifici e misurabili, raggiungibili e ragionevoli e dovranno avere una scadenza considerando anche gli strumenti tecnologici a disposizione.

A questo punto bisognerà individuare la politica di sviluppo sostenibile attraverso lo scopo e il campo di applicazione legati all’evento ma non solo. La politica di sviluppo sostenibile, la cui documentazione necessita la firma dell’alta direzione, comprenderà intenti e valori dell’organizzazione, e rappresenterà l’impegno di miglioramento di questa. Sarà inoltre, utile ad identificare i requisiti che dovranno possedere i soggetti coinvolti nell’evento; andando a definire per esempio, degli standard per il coinvolgimento di alcuni fornitori, come potrebbe essere la scelta di prodotti alimentari a km0, con il fine di ridurre l’impatto inquinante dei mezzi per il trasporto degli alimenti.


Secondo la ISO 20121 è di rilevanza l’analisi preliminare degli aspetti critici ovvero gli ambiti (interni ed esterni) che potrebbero produrre effetti (positivi o negativi) prima, durante o dopo l’attività pianificata. Una primissima scrematura prevede la scelta della severità dell’impatto e degli obiettivi e traguardi attesi, seguita dalla determinazione degli aspetti significativi attraverso analisi ad hoc per l’individuazione di quelli che l’organizzazione può influenzare. Durante questo processo sarà fondamentale prestare attenzione alle prescrizioni legali che si applicano agli aspetti di sviluppo sostenibile.

 

Per l’identificazione delle risorse necessarie, sarà utile valutare preliminarmente la natura delle attività dell’evento, nonché la sua frequenza e durata. Dal punto di vista interno saranno fondamentali le risorse impiegate per la formazione ed informazione del personale, per sviluppare negli individui in questione le competenze utili ad un corretto svolgimento del proprio lavoro in modo sostenibile. Proprio per questo dovranno essere identificati dei requisiti di idoneità per ogni mansione attiva dell’evento. L’informazione includerà la consapevolezza dei dipendenti e/o collaboratori riguardo i rischi che l’ attività o mansione potrebbe comportare. Sarà quindi fondamentale una continua comunicazione interna.

Per verificare l’impegno dell’organizzazione la presente norma richiede una documentazione che sarà proporzionata sulla base dell’entità dell’evento ed appropriata al sistema di gestione.

gli aspetti che prevedono documentazione sono i seguenti:

  • Identificazione ed impegno degli stakeholder

  • Determinazione dello scopo e campo di applicazione del sistema di gestione sostenibile degli eventi

  • Principi di sviluppo sostenibile, dichiarazione di intenti e valori

  • Politica

  • Ruoli dell’organizzazione, responsabilità ed autorità

  • Identificazione e valutazione degli aspetti

  • Obiettivi di sostenibilità degli eventi e loro perseguimento

  • Gestione della catena di fornitura

  • Monitoraggio, misurazione, analisi e valutazione

  • Non conformità e azioni correttive

La fase finale per certificarsi secondo la ISO 20121 sarà quella di monitoraggio e valutazione. Sarà fondamentale la misurazione della distanza dall’obiettivo per comprendere la possibilità di non raggiungere il traguardo prefissato. In questi casi sono necessarie azioni correttive, che nei casi in cui andassero a coinvolgere operatori qualificati e specializzati, richiederanno vari consulti ed una documentazione più consistente. Si deve infatti considerare il fine di una conformità ISO 20121, ovvero il miglioramento continuo, perciò non sarà da sottovalutare l’importanza dei numerosi aggiustamenti che l’organizzazione dovrà applicare all’evento. Ad ogni modo, tutte le non conformità dovranno essere ponderate per una corretta valutazione del potenziale impatto di queste. Al contrario la conformità potrà essere dichiarata sia attraverso la presente norma, sia con audit di seconda parte (come i fornitori) e dichiarazione di conformità, sia tramite certificazione di terze parti.


Un tema molto importante è quello dell’approvvigionamento sostenibile, ovvero l’integrazione delle questioni dello sviluppo sostenibile in tutti gli aspetti del ciclo di approvvigionamento, come la valutazione di opzioni maggiormente ecologiche o meno impattanti, la scelta, sulla base di queste valutazioni, di diversi fornitori, l’aiuto dato al fornitore per il suo sviluppo sostenibile. Gli aspetti dell’approvvigionamento sostenibile dovrebbero essere presi in considerazione nella prima fase del processo di approvvigionamento incorporando i criteri pertinenti nelle specifiche di prodotto/servizio.

 

Ma….non è Greenwashing?


Il greenwashing è quel fenomeno per cui, un’impresa afferma e comunica ingannevolmente il suo lato “green”, per essere percepita come azienda attenta all’ambiente. Ma con la nuova direttiva (UE) del 28 febbraio 2024 (2024/825) si vanno a restringere le possibilità di queste aziende di mettere in pratica il suddetto greenwashing. Questa direttiva ha come fine la tutela dei consumatori e riguarda alcune specifiche pratiche commerciali scorrete ed ingannevoli, che impediscono ai consumatori stessi di fare scelte consapevoli. Infatti, questa direttiva va a modificare gli articoli 6 e 7 della direttiva 2005/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le pratiche commerciali che sono considerate ingannevoli e quindi vietate.

Spesso le asserzioni ambientali, soprattutto inerenti al clima, fanno riferimento a prestazioni future, questo potrebbe far credere ai consumatori che acquistando un certo prodotto si contribuisca ad un economia maggiormente sostenibile. Per questo la presente norma vieta quelle dichiarazioni che non sono caratterizzate da impegni ed obiettivi chiari, pubblicamente disponibili e verificabili, definite in un piano di attuazione dettagliato che vada ad indicare le attività volte a conseguire i risultati attesi. Sarà inoltre necessaria la verifica di un esperto terzo, quindi esterno all’azienda andando soprattutto ad evitare conflitti di interessi.


Ma, in vero, sono molte le pratiche commerciali potenzialmente ingannevoli..

Ne sono un esempio i casi in cui la pubblicità esorta l’acquisto evidenziando caratteristiche e qualità del prodotto o servizio non pertinenti, per esempio dichiarando che quella marca di acqua non contiene glutine. Inoltre saranno vietate dichiarazioni che evidenziano il possesso di tratti distintivi del prodotto quando gli stessi tratti sono già obbligatori per legge. O ancora, sarà considerato scorretto il raffronto di prodotti (sulla base delle caratteristiche ambientali o sociali) senza informazioni aggiuntive, come il metodo di raffronto, quali prodotti sono stati analizzati, quali sono i fornitori di tale prodotto… questo perché anche i marchi di sostenibilità possono riguardare varie caratteristiche di un prodotto, impresa o processo, per questo è stata vietata l’esibizione di marchi di sostenibilità che non sono basati su un sistema di certificazione o che non sono stati stabiliti da autorità pubbliche. Ciò dovrebbe permettere ai consumatori di ottenere comunicazioni caratterizzate da trasparenza e credibilità ma soprattutto obiettività nella comunicazione di conformità dell’organizzazione in questione.


Un’altra problematica fino ad ora priva o quasi di regolamentazioni, è quella che prevede dichiarazioni di sostenibilità generiche come potrebbero essere “rispettoso dell’ambiente”, “verde” e “amico della natura”. Questo fenomeno influenza il pensiero del consumatore, andandolo a convincere della sostenibilità di quel marchio, senza conoscere gli aspetti che effettivamente potrebbero essere considerati sostenibili. Viene infatti definita “asserzione generica” e sarà vietata nei casi in cui l’azienda, nella medesima pubblicità, prodotto o comunicazione non riesca a dimostrare l’eccellenza riconosciuta delle prestazioni ambientali. Per esempio: sarebbe sbagliato e quindi asserzione generica dire “imballaggio rispettoso dal punto di vista del clima” mentre affermare che “il 100% dell’energia utilizzata per produrre l’imballaggio proviene da fonti rinnovabili” sarebbe asserzione specifica e quindi lecita. Si andranno inoltre a vietare le dichiarazioni ambientali che riguardano il prodotto nel suo complesso o l’attività economica, nei casi in cui l’eccellenza riguardi unicamente uno specifico aspetto di questi.

Come si ottiene l’eccellenza riconosciuta delle prestazioni ambientali?

Per dimostrare l’eccellenza delle prestazioni ambientali di un aspetto della nostra attività, è necessaria la conformità al regolamento (CE) n.66/2010 o a un sistema di assegnazione di marchi di qualità ecologica come EN ISO 14024, che sono riconosciute ufficialmente negli stati membri.

Un ulteriore aspetto critico che va a trattare la presente normativa, riguarda quei prodotti soggetti ad obsolescenza, che alimentano il consumismo piuttosto che il riuso. La direttiva, anche in questo caso, ha l’obiettivo di tutelare il consumatore e le sue scelte attraverso una più trasparente e specifica informazione, per ottenere una maggior consapevolezza al momento dell’acquisto.

Un esempio di pratica scorretta in tal senso, riguarda l’obsolescenza precoce, ovvero politiche che suscitano nei consumatori l’esigenza di accelerare la sostituzione di un prodotto a vantaggio di chi lo vende. Sarà inoltre vietata la pianificazione e progettazione deliberata di un prodotto con una durata di vita limitata ed anche la comunicazione di una vita duratura differente da quella reale. A questo proposito i consumatori dovranno anche essere informati, per quanto riguarda i dispositivi elettronici, di eventuali conseguenze dannose degli aggiornamenti di sistema che vengono forniti gratuitamente. Inoltre i consumatori dovranno essere a conoscenza, della possibilità o meno, di riparare il prodotto e della dannosità eventuale dell’inserimento nell’articolo di pezzi di ricambio di altre marche.

Il consumatore quindi dovrà ricevere, prima dell’acquisto del bene, specifiche sulla durabilità e sulla riparabilità del prodotto in modo chiaro e comprensibile.


Un buon indicatore della durabilità del bene è la garanzia commerciale di durabilità del produttore ai sensi dell’articolo 17 della direttiva UE 2019/771 che costituisce un impegno del produttore nei confronti del consumatore sulla durabilità del bene. Nello specifico afferma che il bene manterrà le prestazioni richieste in condizioni d’uso normali. Questa informazione dovrà essere comunicata attraverso un’etichetta armonizzata e sarà anche previsto l’obbligo dell’operatore economico di comunicare l’eventuale garanzia commerciale di durabilità, offerta dal produttore, superiore a due anni. Si deve inoltre ricordare ai consumatori che la garanzia legale di conformità ha una  durata minima di due anni con la possibilità di estensione a discrezione del produttore. Infine il consumatore dovrà essere informato rispetto a servizi post vendita, come quelli di riparazione, se previsti ed alle opzioni di consegna rispettose dell’ambiente, prima dell’acquisto.

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